Oggi niente preamboli, dritti al punto!
2. SECONDA GENESI.
La fine degli anni '60 e il disincanto del decennio successivo mal si sposavano con le avventure degli "Uomini-X", ma cui testata conobbe un declino inesauribile fino al 1969. Quell'anno ci furono buono segni di ripresa, ma ormai la Marvel aveva deciso: Uncanny X-Men avrebbe chiuso i battenti. Fino al 1975 la testata si occupò solo di ristampare vecchie storie dei mutanti, mentre la squadra originale appariva saltuariamente in varie testate, come Amazing Spiderman e Fantastic Four. Poi, con "Giant Size X-Men 1", la dirigenza della Casa delle Idee decise di dare una seconda possibilità agli uomini X. La vecchia squadra era stata rapita e portata su un'isola chiamata "Krakoa", che poi si scoprirà essere un mutante (si, avete letto bene, non c'è nessun errore di battitura, L'ISOLA ERA UN MUTANTE. L'sola intera. Un mutante. L'isola. Mutante. SMETTETELA DI GUARDARMI COSI'! Non sono pazzo!) e Xavier assembla una squadra internazionale per salvare i suoi vecchi pupilli. Fedeli alla linea "Supereroi con superproblemi", abbiamo quindi:
Banshee, dall'Irlanda, in grado di emettere potenti onde sonore che gli permettono, tra le altre cose, di volare; ex-alcolista e agente di polizia |
Colosso, dalla Russia, con superforza e corpo ricoperto di acciaio organico; a dispetto dell'aspetto, anima sensibile del gruppo |
Sole Ardente, dal Giappone, che può generare scariche di fuoco dal proprio corpo. Un samurai dei giorni nostri, estremamente orgoglioso e leale |
Thunderbird, nativo americano dalla Riserva. Forza, agilità e velocità incredibili. Caratteraccio orgoglioso che mal sopporta la vita di gruppo e l'autorità costituita da Xavier |
Wolverine. Canadese. No, basta, di lui non vi dico altro |
Dopo il salvataggio della squadra originale, solo Ciclope rimase nel team, mentre tutti gli altri X-Men scelsero di percorrere strade diverse (almeno per un po'). Presto o tardi, però furono costretti a riunirsi, almeno in parte. Jean Grey, alias Marvel Girl, durante il tentativo di salvataggio di uno Shuttle che rientrava nell'atmosfera terrestre con a bordo lei ed altri X-Men, spinse fino allo stremo i propri poteri, che fino a quel momento erano rimasti sopiti. L'avventura lasciò su di lei cicatrici molto profonde, e l'essere successivamente manipolata da Mastermind, maestro delle illusioni della Confraternita dei Mutanti Malvagi, la condusse sull'orlo della follia, facendo emergere un'entità chiamata Fenice Nera, che si era insediata dentro di lei durante l'incidente dello Shuttle.
Jean, sotto il controllo della Fenice, distrusse un intero sistema solare (non il nostro), radendo al suolo interi pianeti e sterminando decine di razze aliene, prima di tornare in se; ma ormai era troppo tardi. Una razza aliena nota come Shi'ar (ovvero: quello che sarebbe successo se l'uomo non fosse disceso dalle scimmie ma dai volatili) prese in consegna Jean, la processò sulla Luna e decise di condannarla a morte per i propri crimini.
Nonostante tutti gli X-Men si ergessero a difesa della ragazza, alla fine una tristissima Marvel Girl accetta il proprio destino, suicidandosi.
Inutile dire che Ciclope, fidanzato della ragazza non prende molto bene la cosa, ma anche gli altri X-Men uscirono visibilmente provati da questa avventura e dalla perdita di Jean.
"Ma io ho rivisto Jean Grey su qualche fumetto molto più recente!" Direte voi. E datemi tempo, no?
In fondo, si sa, ci sono solo 3 regole nei fumetti Marvel:
"Non si resuscita Bucky, la spalla originale di Capitan America"
"Non si resuscita Thunderbird" (Ah, si Thunderbird morì nella sua prima avventura, esplodendo insieme ad un aereo…)
"Non si resuscita Gwen Stacy, la prima fidanzata di Spider-Man"
"Non si resuscita lo Zio Ben, amato mentore di Peter Parker"
Tutti gli altri eroi sono delle versioni disegnate di "Ercolino Sempre-in-Piedi". Muoiono e risorgono. Di continuo...